Negli anni ’70 ho avuto molte occasioni d’incontro con i sindacalisti europei; alcuni dei paesi dell’Est. Così mi è tornato in mente un lontano incontro informale nelle pieghe di un convegno con un sindacalista russo e la sua interprete. In quella occasione a un certo punto il discorso cadde sulla regione Emilia-Romagna; mi colpì come d’un tratto il volto del mio interlocutore s’illuminò compiaciuto. Come volesse dire a me sindacalista socialista: vedi il comunismo è vincente anche nel tuo paese capitalista. Beh sappiamo come è andato a finire il comunismo in Russia, e non solo…
Un insieme di ricordi forse stimolati dalla lettura del libro del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (Il Paese che vogliamo. Idee e proposte per l’Italia del futuro – Piemme). Il libro tratta del programma di stampo socialdemocratico che il Governo regionale è impegnato ad attuare. Il termine “socialdemocratico” mi pare appropriato per comprendere cosa si fa, e come lo si fa nella Regione che governa. Il tutto, compresa la visione di futuro, è ben spiegato nel libro. Nelle ultime pagine, Bonaccini conclude dicendo di parlare “pensando all’Italia… perché credo che il cambiamento che serve non riguardi un Comune o una Regione, ma il nostro Paese nel suo insieme. Che ha tanti e grandi nodi irrisolti da molto tempo… Perché serve uno sforzo collettivo, capace anche di andare al di là delle legittime divisioni di parte in molte scelte, siano esse politiche o geografiche”.
Spero che Bonaccini ce la faccia a rinnovare il PD; anche al fine di promuovere un più ampio polo politico di centrosinistra, che a me pare essenziale per il buon funzionamento del sistema liberaldemocratico italiano, e determinante per porre finalmente al centro dell’azione di Governo la promozione e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini italiani, insieme alla qualità dei loro rapporti improntati al rispetto della dignità umana; che va difesa dalla nascita alla vecchiaia. Si tratta di temi e problemi che gli amministratori locali e regionali conoscono bene, e con i quali si cimentano come possono ogni giorno. Dunque divengano loro i protagonisti di un profondo rinnovamento politico del PD e del Paese.
Mario Mezzanotte